K4all: non la solita cucina

La Scuola per la Lavorazione del Legno presenta K4all: non la solita Cucina

Kitchen for All è il concetto chiave sul quale hanno iniziato a lavorare insegnanti e studenti del corso per adulti “Operatore del Legno”. Clicca qui per seguire le FASI DI REALIZZAZIONE

Il progetto ha coinvolto numerose aziende, locali e non, per la collaborazione nella progettazione, realizzazione e diffusione. Clicca qui per l’elenco completo dei nostri partner

Segui la diffusione del progetto tra media e social network

IL NOSTRO OBIETTIVO

In passato Engim aveva affrontato il tema della realizzazione di un modello di cucina “standard” attraverso un progetto di collaborazione tra studenti e aziende produttrici. Oggi in linea con la mission della scuola, si è deciso di riproporre il tema però con lo scopo di ideare e realizzare una cucina adattabile il più possibile alle esigenze di tutti. L’idea è quella di progettare non tanto una cucina fatta espressamente per disabili bensì una cucina di design che tutti possano utilizzare insieme!
FILOSOFIA DI PROGETTO

  1. Progetto sociale: il progetto è finalizzato al sostegno delle persone con difficoltà motorie;
  2. Progetto democratico: le idee sulla nascita della cucina provengono da alunni, insegnanti ed esperti del settore;
  3. Progetto congiunto: una collaborazione ambivalente tra la scuola e il mondo del lavoro alla ricerca di nuove soluzioni pratiche e teoriche;
  4. Progetto gratuito: il risultato sarà fruibile on-line gratuitamente da qualsiasi persona o azienda;
  5. Un progetto senza discriminazioni: qualsiasi elemento della cucina deve essere di supporto a tutti e di ostacolo a nessuno;
  6. Un progetto parlante: tutte le fasi di realizzazione, dall’idea al prodotto finito, saranno documentate tramite foto e filmati, illustrandole come in una sorta di diario;
  7. Un progetto ingegnerizzato: tutta la realizzazione potrà essere eseguita sia artigianalmente ,sia industrialmente su macchine a cnc con l’ausilio di software;
  8. Un progetto “per tutte le tasche”: la scelta dei materiali e delle finiture sarà adattabile alle possibilità economiche del cliente;
  9. Progetto personalizzabile: mantenendo il corpo centrale autoportante invariato, le colonne laterali potranno essendo adattate a seconda della necessità del cliente;
  10. Progetto interattivo: l’utente interagisce con la cucina in maniera dinamica e divertente.

 

Il primo giorno di laboratorio in falegnameria, i nostri professori hanno illustrato lavori e progetti fatti con gli studenti nel corso degli anni, un percorso didattico che fa riferimento a idee e progetti che ruotano intorno alla figura di Gerrit Rietveld architetto falegname e al movimento De Stijl, movimento che quest’anno festeggia i 100 anni dalla nascita. Unendo quindi design, artigianato e scuola, come punto di partenza è stato per noi studenti inevitabile creare un parallelo tra la nostra scuola e la scuola di arti e mestieri per eccellenza: la Bauhaus, all’interno della quale hanno insegnato figure importanti collegate al movimento De Stijl.

La Bauhaus è stata una scuola di artigianato, architettura e design attiva tra il 1919 e il 1933 prima a Weimar, poi a Dessau e infine a Berlino.

Ideata dall’architetto tedesco Walter Gropius, la Bauhaus ebbe come obiettivo principale quello di conciliare creazione artistica e metodo artigianale con la produzione industriale, unendo cioè il valore estetico di un oggetto, la sua bellezza, con la componente tecnica e funzionale. Il lavoro era teorico, pratico e finalizzato alla produzione.

Uno dei punti programmatici della Bauhaus è l’annullamento della distinzione tra artista ed artigiano in quanto, dice Walter Gropius, “il primo è un artigiano che solo in rari momenti di illuminazione fa fiorire l’arte. Questo non si può insegnare, l’artigianato sì”.

Il primo giorno di laboratorio in falegnameria, i nostri professori hanno illustrato lavori e progetti fatti con gli studenti nel corso degli anni, un percorso didattico che fa riferimento a idee e progetti che ruotano intorno alla figura di Gerrit Rietveld architetto falegname e al movimento De Stijl, movimento che quest’anno festeggia i 100 anni dalla nascita. Unendo quindi design, artigianato e scuola, come punto di partenza è stato per noi studenti inevitabile creare un parallelo tra la nostra scuola e la scuola di arti e mestieri per eccellenza: la Bauhaus, all’interno della quale hanno insegnato figure importanti collegate al movimento De Stijl.

La Bauhaus è stata una scuola di artigianato, architettura e design attiva tra il 1919 e il 1933 prima a Weimar, poi a Dessau e infine a Berlino.

Ideata dall’architetto tedesco Walter Gropius, la Bauhaus ebbe come obiettivo principale quello di conciliare creazione artistica e metodo artigianale con la produzione industriale, unendo cioè il valore estetico di un oggetto, la sua bellezza, con la componente tecnica e funzionale. Il lavoro era teorico, pratico e finalizzato alla produzione.

Uno dei punti programmatici della Bauhaus è l’annullamento della distinzione tra artista ed artigiano in quanto, dice Walter Gropius, “il primo è un artigiano che solo in rari momenti di illuminazione fa fiorire l’arte. Questo non si può insegnare, l’artigianato sì”.

LE “REGOLE DEL GIOCO”

La regola principale è che la cucina non deve essere realizzata espressamente per disabili o persone con difficoltà motorie, inducendole così a sentirsi diverse e in difetto di qualcosa. Vogliamo una cucina bella, che tutti possano utilizzare insieme!

 

La cucina deve avere una larghezza di circa 3000mm, sia per essere facilmente trasportabile in monoblocco all’interno di una “cassa mobile” per esigenze espositive, sia per potersi inserire anche in appartamenti monolocali o comunque di piccole dimensioni, magari in contesti residenziali di comunità.

Le finiture dovranno essere associabili a specifiche funzioni. “Less Aestethics, More Ethics” era lo slogan della biennale di Architettura del 2000: un nuovo modo di relazionarsi con il progetto, privilegiando, rispetto all’estetica, la ricerca di nuove risposte etiche. Non significa abbandonare l’estetica, ma mettere al centro il concetto che qualsiasi elemento dev’essere di supporto a tutti e di ostacolo a nessuno. Ad esempio nell’uso dei colori.

 

Questo è il nostro progetto che sta nascendo tra banchi di scuola e laboratorio di falegnameria

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